Così piaccia a Dio N. S. conservarla lungamente sana.
Ven.a, li 15 Maggio 1632.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maAff.mo per ser .la
Dom.co Molino.
Fuori: Al molt'Ill.re et Ecc.mo S.r Oss.moIl S.r Galileo Galilei, a
Fiorenza.
2269.
GALILEO a [BENEDETTO CASTELLI in Roma].
Arcetri, 17 maggio 1632.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. IV, car. 80. - Autografa.
Molto Rev. P. e mio Sig.r Col.mo
Non so per qual cagione la P. V. si prenda gusto di mantener viva la speranza in me, d'esser nel presente secolo per ottener mai un soldo di quelli immensi tesori che sì ampiamente si contribuiscono a tanti altri. Di grazia, escami liberamente col verso del Petrarca:
Non sperar di vederne in terra mai.
Ad rem: sono 2 mesi che feci legare e dorare buona partita de' miei libri, per inviargli costà a chi si devono; non è stato possibile il mandargli sicuri per la strettezza de i passi; sono ancora appresso di (sic), e si manderanno come si possa. Sciolti, intendo che ce ne sono penetrati; ma io, già che ho fatta la spesa, voglio pur mandargli legati; et intanto non l'altrui desiderio, ma la mia vanità habbi pazienza.
Nel rileggerlo mi sono incontrato in un error di stampa tralasciato, che è alla faccia 228, versi 12 e 13(745), dove li numeri 72 e 100 devono correggersi in 12 e 36. Ne mando alla P. V. 6 stampine da attaccarsi a luogo congruo nella tavola delle correzzioni, e la prego a farle pervenire [in] mano di quelli che haranno sin ora hauto il libro, et in particolare a i Padri Gesuiti, acciò che il P. Scheiner, che in questo luogo vien censurato, non si attaccasse a questa ben che minima scorrezzione.
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