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      Quanto al libro di V. S., deve sapere come ne sono arrivati due qui in Roma, uno de' quali fu dato all'Eminentis.o Sig.r Card.l Francesco Barberino, et io hebbi grazia da S. Em.za di vederlo, e tuttavia lo tengo appresso di me, havendolo letto tutto da capo a piedi con mio infinito stupore e diletto; e tuttavia lo vado rileggendo ad alcuni pochi amici di buon gusto, con loro meraviglia, e sempre più mi diletta, sempre più mi fa stupire, e sempre più ci guadagno. Molte cose ho sentite da lei a bocca, ma moltissime mi giongono totalmente nove. È vero che vi sono materie che hanno bisogno di studio e applicazione per intenderle; spero però che la sua spiegatura mi habbia da sollevare assai nella mia debolezza, e credo che il trattato promesso del moto mi servirà mirabilmente per finire di gustare alcuni particolari. In tanto li voglio dire che hebbi a smascellare dalle risa quando m'incontrai in Mess.r Simplicio, che mi seppe così puntualmente designare il sistema Copernicano, ammirando nella semplicità sua la balordagine di tutta la sua scola. Ma quando gionsi a quel testimonio falso delle macchie del sole, hebbi a uscire di me stesso d'allegrezza, considerando quanta chiarezza davano in questa materia tali oscurità, che maggiore non ne può dare l'istessa luce del sole. In somma l'opera è bellissima, degno parto dell'eccelso intelletto di V. S.; e tengo per fermo che habbia da essere di grandissima sodisfazione a quelli che sinceramente desiderano sapere. Quanto ai contradittori, non voglio dire altro, solo quello che dice il Copernico: Illos nihil moror, adeo ut etiam iudicium illorum, tanquam temerarium, contemnam; e V. S. deve con alto animo fare l'istesso: e sono sicuro che chi scriverà contro a questa opera offenderà sè medesimo e non V. S., perchè si dichiararà o maligno o ignorante o ambedua.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIV. Carteggio 1629-1632
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1965-1965 pagine 604

   





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