Barberino(765), e per non poter io essere così spesso come vorrei a Palazzo, per ciò ricordare a S. Em.za, come ha detto che si faccia, che perciò ce ne stiamo ancora così senza capo, ho risoluto di scriverle per rallegrarmi con V. S. che finalmente stampò il suo libro e publicò con molto applauso di chi conosce il vero. A me lo disse primieramente il Sig.r Caval.r del Pozzo, perchè l'haveva veduto in mano dell'Em.mo Sig.r Card. Barberino, e poi l'intesi dal Padre D. Benedetto Castelli, il quale non sa trovar fine a lodarlo; e perchè mi disse haverlo in casa, v'andai con molta ansietà per vederlo; ma lo vidi solamente, chè non potei trattenermi molto, perchè, essendo gravemente inferma la Sig.ra Duchessa mia Signora(766) et con pericolo di morte, non potei trattenermi lungo tempo fuori di casa: e poi aspetterò di leggerlo con commodità et attentamente per ben intenderlo e gustarlo, chè non è libro da trapassarlo con una semplice lezione e così alla sfuggita. Il Sig.r Abbate Ruberto Strozzi, che venne qui le feste di Pasqua di Resurrezione, mi disse parimente che detto libro era già uscito alle stampe, e che se havesse saputo il mio desiderio me n'haverebbe portato uno; ma bisognarà ch'io m'habbia pacienza finchè s'aprano li passi, se prima altra occasione non mi viene.
La detta infirmità della Sig.ra Duchessa, la quale poi s'è terminata in bene, essendo hormai due giorni che si trova senza febre, ha cagionato che non habbia messo le mani per finire la stampa del libro Messicano(767); ma hormai vedrò di farlo quanto prima.
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