Tra tanto V. S. non lasci di mandarmi quanto prima qualche piccolo libretto, se ben fosse un lunario, ove sia l'impresa del Landini, che io lo farò subito vedere; e avvertino, se è possibile, a averne di quelli che sieno stampati avanti a detto libro, per maggior autenticazione: e se questo non potesse essere, facci fare una fede da più gentiluomini, e forse sarà meglio dal Consolo dell'Accademia, che credo sia il S.re Tommaso Rinuccini, come questa è la verità. Nel resto io non lascerò diligenza opportuna per intendere quanto passa e servire il S.r Galileo, dove possa riuscire il farlo con frutto. È ben vero che le cose passano segretissime, per esser negozio della Congregazione del S.to Ufizio; chè se fosse quella dell'Indice, aremmo un poco più agevolezza, al meno per saper quanto passa. A questo proposito dicole ancora, che ben presto credo saranno proibiti i Discorsi d'Amadio Niecollucci(784), chè sin ora non si sono accorti che quello sia un nome stravolto(785), quantunque ognun vegga che son riformati e ricorretti da tutto quello che potesse apportare scandolo.
So che non occorre ricordare a V. S. di procedere cautelatamente, con non mi fare autore di quanto da me vien significato, perchè io desidero di servire a ogni persona, e al S.r Galileo principalmente, che tanto merita, ma V. S. sa molto bene in che obbligo sia la casa mia, e con quanta circospczione si deva parlare delle risoluzioni de' padroni in materie sì importanti. Anzi aveva pregato il S.r Migliore, che se da altra parte non sentiva cos'alcuna, mi favorisse di tacere; se avesse sentito narrare diversamente, potessi dire il fatto come stava, e se ne astenesse ancora per non disgustare il S.r Galileo.
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