Di Roma, il dì 4 di Settembre 1632.
Di V. S. Ill.maS.r Galileo Galilei.
Devotiss.mo Ser.reFilippo Magalotti.
2298.
FRANCESCO NICCOLINI ad ANDREA CIOLI [in Firenze].
Roma, 5 settembre 1632.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. II, car. 68-73. - Autografa la sottoscrizione.
Ill.mo Sig.r mio Oss.mo
Non hebbi tempo hieri di rappresentar a V. S. Ill.ma quel che haveva passato meco a caso il Papa con gran sentimento a proposito dell'opera del S.r Galilei, et io n'hebbi cara l'oportunità, perchè potetti dir qualche cosa a S. B.ne medesima, ben che senza alcun profitto; e quant'a me comincio a creder anch'io, come ben dice V. S. Ill.ma, ch'il mondo habbia a cadere. Mentre si ragionava di quelle fastidiose materie del S.to Offizio, proroppe S. S.tà in molta collera, et all'improviso mi disse ch'anche il nostro Galilei haveva ardito d'entrar dove non doveva, et in materie le più gravi e le più pericolose che a questi tempi si potesser suscitare. Io replicai ch'il S.r Galilei non haveva stampato senza l'approvattione di questi suoi ministri, et ch'io medesimo havevo ottenuto e mandato in costà i proemii a questo fine(803). Mi rispose con la medesima escandescenza, che egli et il Ciampoli l'havevano aggirata, et ch'il Ciampoli in particolare haveva ardito di dirli ch'il S.r Galilei voleva far tutto quel che S. S.tà comandava et che ogni cosa stava bene, et che questo era quanto si haveva saputo, senz'haver mai visto o letto l'opera; dolendosi del Ciampoli e del Maestro del Sacro Palazzo, se ben di quest'ultimo disse ch'era stato aggirato anche lui col cavarli di mano con belle parole la sottoscrittione del libro, e dategliene poi dell'altre per stamparlo in Firenze, senza punto osservar la forma data all'Inquisitore e col mettervi il nome del medesimo Maestro del Sacro Palazzo, che non ha che fare nelle stampe di fuori.
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