Tornai a dirle di tener per fermo che mi fussero per sopraggiugnere ordini da doverla di nuovo infastidire, come farei, ma di non creder già che S. B.ne fusse per comportare che si venissi a termine di prohibire il libro, stato già approvato, senza prima udir almeno il S.r Galilei. Rispose che questo era il manco male che se le potesse fare, e che si guardassi di non esser chiamato al S.to Ufizio; et d'haver decretata una Congregazione di teologi e d'altre persone versate in diverse scienze, gravi e di santa mente, ch'a parola per parola vanno pesando ogni minuzia, perchè si trattava della più perversa materia che si potesse mai haver alle mani, tornando a dolersi d'esser stata aggirata da lui e dal Ciampoli. Poi mi disse ch'io scrivessi per ultimo al Padrone Ser.mo, che la dottrina era perversa in estremo grado, che si andrebbe vedendo con maturit
à ogni cosa, et che S. A. non ci s'impegni e vada adagio; et non solo m'impose il secreto di quel che m'haveva detto, ma m'incaricò di rappresentar che l'imponeva anche a S. A., aggiungendo d'haver anche usato col medesimo S.r Galilei ogni urbanità, perchè gli ha fatto penetrar quel che egli sa, e non ne ha commessa la causa alla Congregazione della S.ta Inquisittione, come doveva, ma a Congregazione particolare, creata di nuovo, che è qualche cosa, havendo usati meglio termini con lui, di quel che egli medesimo ha usato con S. S.tà, che l'ha aggirata. Trovai adunque una mala inclinattione, e quanto al Papa non può esser peggio volto verso il povero nostro S.r Galilei, et V. S. Ill.ma può considerar con che gusto io me ne tornai a casa hiermattina.
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