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      E se io ho con altri usato la civiltà, come con il Sig.r Mutio Oddi, di scriverli prima ch'io stampassi di non so che passato tra lui e me, molto maggiormente l'havrei fatto con lei (quando havessi pensato ch'ella facesse caso di questa cosa), come con quello che tanto stimo, honoro et amo per i molti suoi meriti e per l'infiniti favori che ho da lei ricevuti. E s'ella, nell'insegnarmi, significato mi havesse ch'io non palesassi i tali e tali pensieri, non l'havrei fatto in modo alcuno; che per altro, dichiarandoli ad altri e porgendoli come cose sue, mi sono pensato di far parte di buon discepolo, mostrandomi almeno intendente, se non imitatore, de' suoi maravigliosi sforzi ch'ella fa in discoprire i secreti di natura.
      Aggiungo di più che io veramente pensai che in qualche luogo ella ne havesse trattato, non havend'io potuto haver fortuna di vedere tutte le opere sue; e questo, molto me l'ha fatto credere il sentirla fatta tanto publica e per tanto tempo, che l'Oddi mi disse, dieci anni sono, ch'ella ne haveva fatto qualche esperienza con il Sig.r Guid'Obaldo dal Monte: e questo pure mi ha reso trascurrato in non scrivergliene prima, stimando in realtà ch'ella punto non si curasse, anzi fosse più tosto per haver grato, che un suo discepolo, con un'occasione sì opportuna, si mostrasse seguace della sua dottrina, quale tuttavia confessa haver da lei imparata.
      In somma, non ostante ciò ch'io dico in mia diffesa, s'ella pur vole che sia errore, non è di malitia al sicuro. Vega pur quello vole ch'io facci per darli sodisfattione, chè io sono prontissimo a farlo.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XIV. Carteggio 1629-1632
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1965-1965 pagine 604

   





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