Se egli venisse costà e fosse udito, crede S. A. che darebbe tanta sodisfattione di sè, e della sua opinione renderebbe ragioni tali, che forse i suoi emuli e persegutori si pentirebbero d'haverlo malignato. Ma l'età grave, la sanità non buona e la borsa leggiere lo spaventano, e tanto più in consideratione della lunga quarantena che gli converrebbe fare. Egli è però entrato in speranza, che sentitasi dal S.r Card.le Barberino, e forse da S. B.ne ancora, la lettera(847) di che V. E. vedrà e serberà la copia che le mando, o gli habbia a esser permutata la commessione, o prorogato il tempo del viaggio. Riceverà V. E. con questa anche la lettera che egli ha scritto a me(848); et S. A., che le ha sentite tutte, m'ha comandato di scrivere a V. E. che faccia tutto quello che sia mai possibile in suo aiuto, osservando quel che egli scrive. E le bacio le mani.
L'originale di detta lettera non è altramente venuta in mia mano, come il S.r Galilei scrive; e per questo non ho potuto mandarla a V. E. Ma a lei non mancarà modo di saper se il S.r Cardinale l'habbia ricevuta.
2328.
ANDREA CIOLI a GALILEO [in Firenze].
Siena, 16 ottobre 1632.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. X, car. 45. - Autografa.
Molt'Ill. et Ecc.mo S.r mio Oss.mo
S. A. ha sentito questa mattina a posato animo la lettera scritta da V. S. al Sig.r Card.l Barberino(849), quella del P. D. Benedetto Castelli scritta a lei(850), et prima di esse la replica che ha fatta V. S. a me in proposito del suo venire a Siena. S'ella ottenesse a Roma uno de' partiti ch'ella propone, S. A. ne haverebbe grandissimo gusto.
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