Intanto, perch'io compatisco V. S. nella maniera che si può imaginare, m'è parso di dirle questo: e le bacio le mani.
Roma, 20 Nov.bre 1632.
Di V. S. molto Ill.
S.r Galilei.
Aff.mo Ser.reFranc.o Niccolini.
2354*.
CLEMENTE EGIDII ad ANTONIO BARBERINI in Roma.
Firenze, 20 novembre 1632.
Cfr. Vol. XIX, Doc. XXIV, b, 25).
2355*.
FRANCESCO NICCOLINI a GALILEO [in Firenze].
Roma, 21 novembre 1632.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. X, car. 64. - Autografa la sottoscrizione.
Molto Ill.re Sig.r mio Oss.o
Mons.r Boccabella ha negoziato col Papa la proroga per V. S.; ma dice in effetto di non haver possuto indur S. S.tà a concedergliela, con tutto che ci si sia affaticato, perchè preme in veder questo segno d'obbedienza. Per questo essendosi scritto, par a me, al Padre Inquisitore, come pur l'accennai con le passate, che ella se ne venga, senz'haverli prefissa la giornata, dice che di costà si potrebbe andar negoziando col medesimo Inquisitore, rappresentandoli il suo bisogno, la poca sanità, e quel che le pare per haver comodità di qualche giorno a mettersi in viaggio: perchè tra loro si potranno aggiustare, et l'Inquisitore, se vorrà favorirla, potrà andar scrivendo che ella si va preparando per venire, scusandola con i pretesti che le paranno più approposito, con rappresentar sempre la sua prontezza in esser risolutissimo d'obbedire, havendo anch'egli trattato con S. S.tà delle cose sue questa circumstanza, senza la quale si sarebbe straordinariamente alterata; et in effetto dice, esser necessarissimo il venire, nè potersi far la causa costà. Et a me dispiace in estremo la poca fortuna hauta in servirla in questo particolare; et le bacio le mani.
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