Et in ogni caso, da quel che io ritraggo, il maggior punto che ci sia č che č parso a S. S.tą che si sia preteso d'aggirarla; e di questo non credo che sia per mancar modo a V. S. da giustificarsene per la parte sua: nč č dubbio, se si ha da credere a quel che sento, che maggior pregiudizio riceverebbe V. S. col non si rappresentare che nel venire. Nč ci so vedere maggior male se non il non potersi assicurare di dover star sempre fuor di carcere, nel qual luogo, quando pur cosģ seguisse, non mancherebbono per questo a V. S. tutte le commoditą possibili, com'io le procurerei. Consideri dunque con la sua prudenza quel che le compie; e disponendosi a venire, stabilirņ la quarantena al confine d'Acquapendente, dove, oltre alli 20 giorni sudetti, le converrą star altri dodici. Et le bacio le mani.
Roma, 12 Xmbre 1632.
Di V. S. molto Ill.reS.r Galilei.
Aff.mo Ser.reFranc.o Niccolini.
2367*.
ANDREA CIOLI a FRANCESCO NICCOLINI [in Roma].
[Firenze], 16 dicembre 1632.
Arch. di Stato in Firenze. Filza Medicea 3523 (non cartolata). - Minuta non autografa.
.... Il povero S.r Galileo si č messo in letto, et corre pericolo di andare pił nell'altro mondo che costą; et per me dice Dio: Nolo mortem peccatoris...
2368**.
GALILEO a COSIMO DEL SERA [in Firenze].
Firenze, 17 dicembre 1632.
Arch. di Stato in Firenze. Monte di Pietą, Filza 1066 (d'antica numerazione, Campione n.° 101), n.° interno 380. - Autografa.
Clar.mo Sig.re e Pad.n Col.mo
Perchč mi trovo indisposto, nč posso uscir di casa, prego V. S. Clar.ma a far pagare all'apportator di questa, che sarą Mess.
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