Dio benedetto l'aiutarà sempre; e li torno a replicare che la sua innocenza e valore, stante la inviolata giustizia di questo S.o Tribunale, superarà questo apparente travaglio.
Non manco con l'Ecc.mo Sig.r Ambasciatore fare tutto quello che posso pensare che sia di servizio suo. Ho inteso da buona parte che l'Emin.mo Sig.r Card.l Padrone la compatisce, e così fanno una gran partita di huomini da bene e intelligenti. Se V. S. verrà, io la servirò sempre con tutto il cuore, e prego Dio li conceda sanità di poter fare il viaggio felicemente.
Roma, il 7 di Gen.o 1633.
Di V. S. molto Ill.re
Ho scritto questa sera a Mons.r Ciampoli e fattoli riverenza in nome di V. S., e datoli nova che lei lo vole andare a visitare. Mi ha comandato che io baci le mani caramente al nostro Socrate perseguitato.
S.r Gal.oAff.mo Devotiss.o et Oblig.mo Ser.re e Dis.lo
Don Bened.o Castelli.
Fuori, d'altra mano: Al molto Ill.re Sig.r mio e P.ron Col.moIl Sig.r Galileo Galilei, primo Fil.o di S. A. S.ma
Fiorenza.
2380*.
CLEMENTE EGIDII ad ANTONIO BARBERINI in Roma.
Firenze, 8 gennaio 1633.
Cfr. Vol. XIX, Doc. XXIV, b, 29) [Edizione Nazionale].
2381*
FRANCESCO NICCOLINI a GALILEO [in Firenze].
Roma, 9 gennaio 1633.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. X, car. 84. - Autografa la sottoscrizione.
Molto Ill. Sig.r mio Oss.mo
Io potrò far con questa poco altro che accusar a V. S. la ricevuta della sua lettera dell'ultimo del passato, perchè l'occupattioni, maggiori del solito, di questi giorni non hanno permesso di potersi trattar con Mons.r Boccabella, per sentir se è capitata la attestattione de' medici, e se con essa questi Signori, o, per dir meglio, S. S.tà, moderi il rigore e la risoluttione del suo venir qua.
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