Con questa viene una del Padre Vicario Generale dei Cappuccini, in risposta di quella dell'Emin.mo S. Card.le Medici(89). Io non ho potuto vedere il detto Padre Generale, et il S. Cav.re Buonamici(90) presentò esso la detta lettera, insieme con l'altra per il compagno; nè esso per ancora ha potuto penetrare cosa veruna, ancor che non resti, per sua estrema benignità, d'invigilare con ogni sollecitudine ne' miei affari, obbligandomi ogni giorno più: come anco resto con molt'obbligo al S. Lagi(91) per l'intercessione del S.Alessandro(92), il quale V. S. saluterà in mio nome, scusandomi se, per non havere a replicar l'istesse cose più volte, non gli scrivo in proprio.
Alli Ill.mi SS.ri Cont'Orso(93) e Balì Cioli mi ricordi servitore devotissimo, baciandogli con ogni affetto le mani, e supplicandogli a far penetrare alla mente del Ser.mo Padrone come io resto infinitamente obbligato alla somma sua benignità, e come, non potendo con altro mezo compensar le tante grazie che continuamente mi concede, fo che le mie figliuole monache si occupano in continue orazioni per ogni sua maggior felicità. Con che a V. S. bacio le mani.
Di Roma, li 5 di Marzo 1633.
Di V. S. molto I.
Obblig.mo Ser.re e Par.teGalileo Gal.i
2433*.
MARIA CELESTE GALILEI a GALILEO in Roma.
Arcetri, 5 marzo 1633.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XIII, car. 163. - Autografa.
Amatiss.mo Sig.r Padre,
Il Sig.r Mario Guiducci hiermattina mi mandò fin qui per un suo servitore le lettere di V. S. Lessi con mio particolar contento quella ch'ella scrive al medesimo S.r Mario, e subito gliela rimandai.
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