Tornerò lunedì in villa sua; e se scorgerò che sia bene che V. S. scriva a S. E., ne la avviserò.
I PP. Arrighi e Stefani(131) la ringraziano della parte che dà loro delle cose sue per mezzo mio, e mi dicono che hanno sempre ne' loro sacrifizi e orazioni raccomandata al Signore Dio questa causa, e così continueranno. Piaccia a S. D. M.tà concedere lume e volontà a' Signori che hanno a determinare, di eseguire quello che è maggior gloria Sua e in esaltazione della verità.
Mi rallegro che ella stia bene di sanità: proccuri di conservarsi per potere illustrare ancora con altre sue opere le buone lettere e la salda filosofia.
Mi dimenticavo di dire che il S.r Card.le Capponi ha una gelosia grandissima del suo trattato del moto, e sempre mi domanda se quest'opera si è per perdere, quando costà fussero proibiti i Dialoghi. Io ho risposto a S. E. che non lo credo in modo nessuno, e che io farei ogni opera appresso di lei e di chi bisognasse, e mi impiegherei per quel poco che sapessi e potessi, acciò non ri[mane]sse nelle tenebre: sì che ancora da questo V. S. può comprendere quanta stima faccia delle sue cose.
La ringrazio in nome di Giulio(132) e mio della congratulazione del figliuolo maschio, concedutoci dal Signore; e per fine pregandole dal Signore Dio felicissima la S.ta Pasqua con l'accompagnatura di ogni bene, le fo reverenza, pregandola a fare il medesimo ufizio in mio nome col P. Don Benedetto.
Di Firenze, 19 di Marzo 1632(133).
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maSer.re Aff.mo e Obb.mo
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