Ma quello che egli non farà per lettera, lo farà sicuramente in voce il S.r Francesco Nerli, il quale è suo confidentissimo, quando verrà a Roma, come disegna di fare fra poco, se però i passi non sono ristretti in modo, che s'abbia a fare lunghe quarantine. Il S.r Dino non è il caso a fare quest'inizio, per essere in casa sua servitore attuale, e temerebbe di disgustare il padrone. Si andrà scoprendo un poco più indirettamente circa di questo la sua volontà; et il S.r Tommaso Rinuccini s'è offerto un giorno di queste Feste, con occasione di darli le buone Feste, di darne qualche motto, e vedere quello che si può sperare; e trovando buon taglio, si proccurerà, senza che V. S. abbia a scrivere da per sè, a fare il favore bramato da lei.
Mi rallegro che questo indugio le dia sempre maggiore speranza di buon esito al suo negozio, ancorchè l'indugio tenga tuttavia sospesi e in travaglio, sto per dire, noi altri quanto lei propria. Confido non dimeno tanto nella giustizia della sua causa, che spero che questo travaglio abbia da venire ricompensato da maggiore accrescimento della sua gloria e riputazione nel conspetto del mondo, e che tanto più sia per venire autenticata la verità.
Ricapitai la lettera per la sua figliuola, e non mi ha oggi mandato la risposta, come ha fatto dua volte. Il P. Fra Diacinto Stefani bacia le mani a V. S., e insieme col P. Arrighi la tiene raccomandata continuamente ne' sacrifizi al Signore Dio; et io per fine a V. S. facendo reverenza, come ancora al P. Abate Don Benedetto, le prego dal Signore felicissima la S.ta Pasqua con ogni più bramata felicità.
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