V. S. habbia per ventura di ritrovarsi hora a Roma; et le bacio di cuore le mani.
Di Fiorenza, 23 Aprile 1633.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma
Infilo le lettere in questa forma, acciò non siano aperte allo abbronzo et non si perdino spicciolate.
Oblig.mo Parente et Ser.reGeri Bocchineri.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo S.r mio Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei.
Roma.
2480*.
MARIA CELESTE GALILEI a GALILEO in Roma.
Arcetri, 23 aprile 1633.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XIII, car. 182. - Autografa.
Molto Ill.re et Amatiss.mo Sig.r Padre,
Se bene V. S. nell'ultima sua lettera non mi scrive particolarità nessuna circa il suo negozio, forse per non mi far partecipe de i suoi travagli, io per altra strada ho penetrato qualcosa, sì come potrà comprender V. S. da una mia scrittali mercoledì passato(216). E veramente che questi giorni a dietro sono stata con l'animo molto travagliato e perplesso, fino che, comparendomi la sua, resto accertata della sua salute, e con questo respiro: e non lascerò di esseguire quanto in quella mi ordina, ringraziandola in tanto della habilità di danari che fa a Suor Arcangiola(217), per sua parte e mia ancora, già che miei sono tutti i suoi pensieri.
Qua in monastero siamo tutte sane, la Dio grazia, ma sentiamo bene gran romori di mali cattivi che sono in Firenze, et anco fuora della città in qualche luogo. E per questo, di grazia, ancorchè V. S. fossi spedita presto, non si metta in viaggio per il ritorno, con tanto manifesto pericolo della vita, tanto più che l'infinita gentilezza di cotesti Signori suoi ospiti gli dà sicurtà di trattenersi quanto gli farà di bisogno.
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