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2495*.
ANDREA CIOLI a FRANCESCO NICCOLINI [in Roma].
[Firenze], 6 maggio 1633.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. II, car. 173. - Minuta non autografa.
.... posso accusare la ricevuta delle sue de' 3(230), et dirle qualche motto intorno al contenuto di esse.
Mi rallegro di nuovo delle consolazioni del S.r Galileo et con lui medesimo, al quale bacio per mezzo della cortesia di V. E. affettuosissimamente le mani. Ma sento ben rammarico di quel che mi convenne scrivere a V. E. in materia delle spese, dolendomi in estremo della strana congiuntura de' tempi, che, nel posto in che per grazia di Dio et de' Ser.mi Padroni mi trovo, mi viene interrotto il corso degli offizii che richiede la qualità del mio carico et l'inclinazione della mia natura. Ma se mi sarà concessa quella lunghezza di vita che può esser desiderata senza peccato da tutti gli huomini da bene, mi governerò poi secondo la mutazione delle cose. Sì che viva anche il S.r Galileo, et cessi la meraviglia in chi ha filosofato a bastanza, acciò non si tiri dietro la displicenza che non lascia godere il refrigerio delle pene patite....
2496*.
PIETRO GASSENDI a GABRIELE NAUDÉ [in Padova].
Aix, 6 maggio 1633.
Dalla pag. 55 dell'edizione citata al n.° 1729.
.... Literas accipio ex amicis nostris qui degunt Parisiis.... Accipio simul quas Londino Diodatus noster tum ex se mittit, tum remittit missas ex Hetruria, agnoscoque Virum praeclarum expeditionem Romam parare: sed nosti tu melius quid id rei sit. Rescripturus ad illum sum; spondere tamen non audeo ut brevi respondeat.
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