Per tanto di nuovo pregho e supplico di tutto quore V. S. E., si voglia sbracciare per ottenere tal grazia, che di tanto gnene resterò con obbligho perpetuo; e se V. S. E. ne potessi ancho cavare una per Suor Serafina mia sorella, gli sarebbe gratissima, per il che ne viene e da lei e da me supplicata. Quale continovamente pregha Nostro Signor Iddio per ogni felicità e contento di V. S. E., e desidera al suo ritorno riverirla, e la saluta con ogni affetto di quore, come fa Mess. Lorenzo et li SS.ri Cocchapani; et io senza fine me li offero e raccomando, pregandoli dal Cielo felicità in colmo, con presto e salvo ritorno. Con che facendoli reverenza, li bacio la mano.
Fiorenza, li 14 Maggio 1633.
Di V. S. molto Ill. et Ecc.maDev.ma et Ob.ma per ser.la
Maria Tedaldi.
Fuori: Al molto Ill. et Ecc.mo Sig.r e P.ron mio Col.moIl Sig.r Galileo Galilei, p.mo Filosofo del Ser.mo di Toscana, in
In casa l'Ecc.mo Amb.re del Ser.mo di Toscana.
Roma.
2508**.
FRANCESCO NICCOLINI ad ANDREA CIOLI [in Firenze].
Roma, 15 maggio 1633.
Arch. di Stato in Firenze. Filza Medicea 3353 (non cartolata). - Autografa la sottoscrizione.
.... Il qual Sig.r Mariano(249) fu visto a giorni a dietro passeggiar per camera tutto lieto e contento, con una chitarra alla spagnola, che esercitava il talento del cantare, come se fusse in villa et in luogo di suo spasso e piacere; che tanto non ha saputo mai far il Sig.r Galilei, che tornò a casa mezzo morto. È ventura insomma, per chi vuol vivere, non haver cervello....
2509.
FRANCESCO NICCOLINI ad ANDREA CIOLI [in Firenze].
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