Dalli amici e servitori suoi si sta con ansietà aspettando quello che sarà deliberato del suo libro, e se ne spera ogni bene, poichè il progresso del suo negotio ci pare che sia ito sempre di bene in meglio. Ma non è proposito il parlar di questo adesso; però lo lascio da banda, e solo intendo con questa mia ricordarmeli servitore e farli reverenza, come fo con tutto l'affetto. E li bacio le mani.
Di Poggibonzi, 21 Maggio 1633.
Di V. S. molto Ill.reS.r Galileo Galilei.
Dev.mo Ser.reNiccolò Cini.
Fuori: Al molt'Ill.re Sig.r P.ron mio Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei.
Roma.
2516*.
MARIA CELESTE GALILEI a GALILEO [in Roma].
Arcetri, 21 maggio 1633.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XIII, car. 192. - Autografa.
Amatiss.mo Sig.r Padre,
Io non ho mai lasciato passar ordinario nessuno senza scrivergli, e mandate le lettere al Sig.r Geri, il quale mi avvisa che a quest'hora V. S. dovrà haverle ricevute. Quanto al tornarsene ella in qua, con questo ordinario non posso darle risoluzione nè sicurtà alcuna per conto del male contagioso, atteso che tutta la speranza della città di Firenze è riposta nella Madonna Santissima, et a questo effetto questa mattina con gran solennità si è portata la sua miracolosa immagine dell'Impruneta a Firenze, ove si sente che dimorerà 3 giorni, e nel ritornarsene haviamo speranza di haver grazia di vederla ancor noi. Sentiremo pertanto quello che seguirà, e quest'altro sabato gliene darò ragguaglio. In tanto, sentendo che la dilazione giova a i suoi interessi, andiamo più facilmente tolerando la mortificazione che proviamo per la sua assenzia.
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