In questi contorni sono state due case di contadini infette dal mal cattivo, ma di presente non si sente altro; e già che tutti i gentiluomini che c'hanno le ville, ci si sono ritirati, è segno che non ci sono sospetti.
Mi sarà molto grato, per amor di Suor Luisa, che V. S. vegga se può favorir il nostro vecchino nel suo negozio; ma sarà di necessità che V. S. vegga di parlarne con il Sig.r Giovanni Mancini, al quale si mandorno le scritture un pezzo fa, nè mai da lui nè da altri, a i quali si è raccomandata questa causa, si è potuto haver risposta nessuna.
Mi sono fatta portare un poco di saggio del vino delle due botte piene, e mi par che sia molto buono. La Piera mi dice haverle ripiene più volte, ma che da un pezzo in qua non ne hanno più bisogno.
Giuseppo mi aspetta per portar le lettere, sì che non posso dir altro, se non che la prego a non disordinar col bere, come sento che va facendo. La saluto in nome di tutte, e dal Signor Iddio gli prego vera felicità.
Di S. Matteo, li 21 di Magg.o 1633.
Sua Fig.la Aff.maSuor M.a Celeste.
2517.
MARIO GUIDUCCI a GALILEO in Roma.
Firenze, 21 maggio 1633.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. X, car. 186. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo S.r e P.ron mio Oss.mo
Sento grandissimo gusto che V. S. vadia continuamente avanzandosi in buone speranze di presta e felice spedizione della sua causa per poter tornare in qua; ma quanto più si spera vicino il termine de' suoi travagli, altrettanto ancora si va accrescendo il desiderio e diventa più noioso l'indugio.
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Suor Luisa Giovanni Mancini Piera Signor Iddio S. Matteo Magg Fig Celeste Roma
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