Piaccia al Signore Dio che noi ci siamo disposti in maniera, che non demeritiamo tanto aiuto. Con che a V. S. facendo reverenza, le prego dal Signore Dio ogni contento e felicità.
Firenze, 21 di Maggio 1633.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maSer.re Aff.mo e Obb.mo
Mario Guiducci.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo S.r e P.ron mio Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei.
Roma.
2518.
FRANCESCO NICCOLINI ad ANDREA CIOLI [in Firenze].
Roma, 22 maggio 1633.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. II, car. 177. - Autografi il poscritto e la sottoscrizione.
Ill.mo Sig.r mio Oss.
Da quel che V. S. Ill.ma leggerà con queste, potrà avvedersi che non si sia perso punto di tempo da hiermattina in qua, dopo che io tornai dall'audienza. Si contenterà di perdonare se in qualche particolare non riceverà le risposte, perchè col primo ordinario supplirò a quel che potessi haver mancato.
Parlai con S. S.tà della speditione del negotio del Sig.r Galileo, e mi fu data intentione da lei e dal Sig.r Card.l Barberino che la sua causa si terminerà facilmente nella seconda congregatione, che sarà giovedì a 8 giorni. Posso ben dubitare assai della prohibitione del libro, se non vi si rimediassi col farli fare un'apologia da lui medesimo, come io proponevo a S. B.; et a lui toccherà ancora qualche penitenza salutare, pretendendosi che egli habbia trasgrediti gl'ordini del 1616, datili dal Sig.r Card.l Belarmino sopra la medesima materia del moto della terra. Io non gl'ho per ancora detto ogni cosa, perchè intendo, a fine di non l'affligere, d'andarcelo disponendo pian piano; e per questo è ben che costà non si pubblichino questi pensieri, perchè i suoi non glie l'accennino, massime che si può anche variare.
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