Io poi stimerò grate le fattiche fatte in questa terra, se saranno cagione ch'io sia de' primi a rivederla, sì come so d'esser de' primi a riverirla; e da Monsig.r di Siena (che m'honora bene spesso di sue lettere) sarò avisato di quando ella v'arrivi; e se sarà in tempo che questa terra habbia rihavuto il comertio, verrò sino a Siena a farle reverenza, e insieme servire e Monsig.r Ill.mo e lei, e confabular un poco de' suoi travagli, secondo che dice il Poeta: Forsan haec olim meminisse iuvabit. La supplico d'humilissima reverenza a gl'Ecc.mi Sig.ri Ambasciatore e Ambasciatrice, de' quali la prego a impetrarmi qualche commandamento; et a V. S. bascio le mani.
Poggibonzi, 28 Maggio 1633.
Di V. S. molto Ill.re
la quale prego a scusarmi se non scrivo di mio pugno, perchè la mia testa non lo permette,
Dev.mo Ser.reNiccolò Cini.
Fuori: Al molt'Ill.re Sig.r e P.ron Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei.
Roma.
2523*.
MARIA CELESTE GALILEI a GALILEO [in Roma].
Arcetri, 28 maggio 1633.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XIII, car. 193. - Autografa.
Molto Ill.re et Amatiss.mo Sig.r Padre,
Da l'inclusa scrittami hoggi dal S.r Rondinelli V. S. potrà venir in cognizione dello stato nel quale, circa il male, si ritrova Firenze e questi contorni; che per esser assai buono, et V. S. quasi del tutto spedita da i suoi negozii, spero pure che non dovrà indugiar molto a ritornarsene da noi, che con tanto desiderio la stiamo aspettando: sì che la prego a non lasciarsi tanto legare dalla gentilezza indicibile di cotesti Ecc.mi Signori, che noi doviamo restar prive di lei per tutta l'estate.
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