Et dovendo mettersi hora in camino, sarà bene ch'ella si fermi in Siena, per aspettar l'esito quivi del nostro male, che da 8 giorni in qua pare che si faccia maggiore, crescendo il numero degli infermi et de' morti, et essendo chiuse alcune case di gentilhuomini. Mi affligge ancora, che se il male séguita, F. Antonino mio fratello, offertosi di andare a servire a lazzeretto, et che ne fa continua instanza, vi sarà mandato infallibilmente, essendo già morti tre de' 6 cappuccini che andorno. Et a V. S. bacio le mani.
Di Fiorenza, XI Giugno 1633.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maOblig.mo Parente et Ser.re
Geri Bocchineri.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo S.r mio Oss.moIl S.r Galileo Galilei.
Roma.
2541*.
MARIA CELESTE GALILEI a [GALILEO in Roma].
Arcetri, 11 giugno 1633.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XIII, car. 198. - Autografa.
Amatiss.mo Sig.r Padre,
Ultimamente scrissi a V. S.(291), le cose del contagio esser ridotte in assai buon termine; ma adesso non posso con verità replicar il simile, già che da alcuni giorni in qua, essendo variata la stagione con un fresco più che ordinario in questo tempo, il male ha ripreso forze, et ogni giorno si sente serrarsi nuove case, se bene il numero di quelli che muoiono non è grande, non passando, per quanto dicono, i sette o gl'otto il giorno, et altrettanti se ne ammalano. Stando per tanto le cose in questo termine, giudicherei(292) che ad ogni modo ella se ne potessi venire alla volta di Siena, come già ha dissegnato, quando però siano terminati del tutto i suoi negozii, per tutto il presente mese: già che poi fino all'autunno non si può batter la campagna di Roma, per quanto intendo dal S.r Rondinelli; et io non vorrei già che V. S. fossi astretta a far costà tanto lunga dimora.
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