Sì che di grazia procuri, per quanto può, la sua spedizione, la quale spero pure che sia per ottener quanto prima, con l'aiuto di Dio benedetto e del S.r Ambasciatore, il quale si vede chiaramente non essersi mai straccato nell'aiutare e favorir V. S. con tutte le sue forze. E veramente, carissimo S.r Padre, che se da una parte il Signor Iddio l'ha travagliata e mortificata, dall'altra poi l'ha sollevata et aiutata grandemente. Solo l'haverla conservata sana, con i disagi che patì per il viaggio e di poi con i travagli che ha passati, è stata una grazia molto particolare. Piaccia a S. D. M. di concederci che non siamo ingrati a tanti benefizii e di conservarla e protegerla fino all'ultimo, del che Lo prego con tutto il cuore; et a V. S. mi raccomando per mille volte insieme con le solite.
Di S. Matteo in Arcetri, li 11 di Giugno 1633.
Di V. S. molto Ill.reFig.la Aff.ma
Suor M.a Celeste.
Fuori: Al molto Ill.re Sig.r Padre mio Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei
Roma.
2542*
MARIO GUIDUCCI a GALILEO in Roma.
Firenze. 11 giugno 1633.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. X, car. 205. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo S.r e P.ron mio Oss.mo
Mi dispiace sommamente dell'indugio che vedo interporsi al ritorno di V. S., dopo l'aver, si può dire, avuto la spedizione. Tuttavia questa tardanza ad ultimare questo negozio mi fa credere che l'argomento de' suoi avversari appresso a i superiori non inferisca quella stravolta conseguenza che nelle loro appassionate e forse maligne menti perversamente conclude che il libro debba supprimersi, ma per avventura rettamente ne deducano che si debba andar più considerato in deliberare, mentre sentono l'applauso che indifferentemente riceve il libro, dovunque è letto e inteso.
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