Havemmo da i sudetti Signori d. 25 di elemosina; e oggi è il quarto giorno che demmo principio.
A S.r Arcangela Landucci ho fatto intendere che V. S. gli farà il servizio che desiderava(299), et ella la ringrazia infinitamente.
Per dargli avviso di tutte le cose di casa, mi farò dalla colombaia, ove fino di quaresima cominciorno a covare i colombi; et il primo paio che naque, fu mangiato una notte da qualche animale, et il colombo che gli covava fu trovato dalla Piera sopra una trave, mezzo mangiato e cavatene tutte l'interiora, che per questo si giudicò che fossi stato qualche uccello di rapina. Gl'altri colombi spauriti non vi tornavano; ma seguitando la Piera a dargli da mangiare, si sono ravviati, et adesso ve ne covano due.
Gl'aranci hanno havuti pochi fiori, i quali la Piera ha stillati, e mi dice haverne cavato una metadella d'acqua. I capperi, quando sarà tempo, si accomoderanno. La lattuga che si seminò, secondo che V. S. haveva ordinato, non è mai nata, e in quel luogo la Piera vi ha messo de i fagiuoli, che dice esser assai belli, e similmente de i ceci, de i quali la lepre ne vorrà la maggior parte, havendo già cominciato a levargli via. Delle fave ve ne sono da seccare, et i gambi si danno per colazione alla muletta, la quale è diventata così altiera, che non vuol portar nessuno, et alcune volte ha fatto far de i salti mortali al povero Geppo, ma con gentilezza, poi che non si è fatto male. Ascanio(300), fratello della cognata, la domandò una volta per andar di fuora, ma quando fu vicino alla Porta al Prato, gli convenne tornar in dietro, non havendo mai hauto forza di scaponire l'ostinata mula acciò andassi innanzi; la quale forse sdegna di esser cavalcata da altri, trovandosi senza il suo vero padrone.
| |
Arcangela Landucci Piera Piera Piera Piera Geppo Porta Prato
|