Roma, 19 giugno 1633.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. II, car. 183-186. - Autografa la sottoscrizione.
Ill.mo Sig.r mio Oss.mo
Ho ricevute questa mattina un'infinità di benignissime dimostrattioni da S. B.ne....
Ho di nuovo supplicato per la spedittione della causa del S.r Galilei; e S. S.tà m'ha significato ch'ell'è di già spedita, e che di quest'altra settimana sarà chiamato una mattina al S.to Offizio per sentirne la risoluttione o la sentenza. Io, in sentir questo, supplicai all'hora S. B.ne a restar servita, in grazia di S. A. S. nostro Signore, di mitigar quel rigore che potesse esser parso a S. S.tà et alla Sacra Congregatione di dover usar in questo negozio, già che con tant'altre singulari dimostrattioni s'era in questa causa obligata l'A. S., la quale si riserbava di renderne da sè stessa le dovute grazie, terminato che fusse interamente il negozio. Mi replicò che non occorreva che S. A. si pigliasse questa briga, perchè haveva fatta volentieri ogni habilità al S.r Galileo in riguardo dell'amore che porta al Padrone Ser.mo; ma che, quanto alla causa, non si potrà far di meno di non prohibir quell'opinione, perchè è erronea e contraria alle Sacre Scritture dettate ex ore Dei; e quanto alla sua persona, dovrebbe egli, per ordinario e secondo il solito, rimaner qui prigione per qualche tempo, per haver contravvenuto a gli ordini che teneva sin dell'anno 1616, ma che, come sarà pubblicata la sentenza, mi rivedrà di nuovo, e tratterà meco di quel che si possa far per manco male e per manco affliggerlo, poichè senza qualche dimostrattione personale non ne può uscire.
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