In tanto la prego a non lasciar di consolarmi con sue lettere, dandomi ragguaglio dell'esser suo quanto al corpo e molto più quanto all'animo; et io finisco di scrivere, ma non già mai di accompagnarla con il pensiero e con le orazioni, pregando S. D. M. che gli conceda vera quiete e consolazione.
Di S. Matteo in Arcetri, li 2 di Luglio 1633.
Di V. S. molto Ill.
Fig.la Aff.maSuor M.a Celeste.
Fuori: Al molto Ill.re et Amatiss.mo Sig.r Padre
Il Sig.r Galileo Galilei.
Roma.
2564*.
FRANCESCO NICCOLINI a GALILEO [in Roma].
Roma, [2 luglio 1633].
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. X, car. 217. - Autografa.
S.r Galileo,
V. S. potrà andarsene a Siena nell'Arcivescovado(314), e quivi aspettar di sentir poi quel che sia mente di S. S.tà quanto alla grazia libera, non essendo parso alla Congregatione nè a S. S.tà così presto di liberarla interamente. Ho ottenuto questo contr'a quel che i SS.ri Cardinali havevano risoluto e convenuto, cioè ch'andando a Siena, si fermasse in un convento, a beneplacito di S.B.e; et ho anche supplicato poi il S.r Card.l Barberino d'ordinare ch'ella possa andar anche nella Chiesa Cathedrale per udir messe e divini offizi. È necessario adesso che il P. Commissario vada a pigliarne l'ordine per darne le commissioni oportune all'Arcivescovo di Siena, in quella maniera che le sarà ordinato; et io manderò hoggi dal detto Commissario, perchè vada a Palazzo prima che puole. Com'ella sarà stata in Siena qualche settimana, si potrà poi supplicar di potersene andar a Firenze et anche d'esserne interamente liberato; e fra tanto dovranno cessare i sospetti del male di Firenze, dove per hora ella non può in ogni modo transferirsi senza pericolo.
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