Arcetri, 16 luglio 1633.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XIII, car. 208. - Autografa.
Molto Ill.re et Amatiss.mo Sig.r Padre,
Ho visto la lettera del Sig.r Mario(344) con mia grandissima consolazione, havendo per mezzo di essa compreso in quale stato V. S. si ritrovi quanto all'interna quiete dell'animo; e con questo anco il mio si sollieva e tranquilla in gran parte, ma non in tutto, mediante questa lontananza e la incertezza del quando io deva rivederla: et ecco quanto è pur vero che in cosa alcuna di questo mondo non può(345) trovarsi vera quiete e contento. Quando V. S. era a Roma, dicevo nel mio pensiero: Se ho grazia che egli si parta di là e se ne venghi a Siena, mi basta, potrò quasi dire che sia in casa sua; et hora non mi contento, ma sto bramando di riaverla qua più vicina. Horsù, benedetto sia il Signore che fino a qui c'ha fatto grazia così grande. Resta che procuriamo di esser grati di questa, per maggiormente disporlo e commuoverlo a concedercene dell'altre per l'avvenire, come spero che farà per Sua misericordia. In tanto io principalmente fo grande stima di quest'una più che di tutte l'altre, la quale è la conservazione di V. S. con buona sanità, in mezzo a i travagli che ha passati.
Non ho nè tempo nè occasione di scriver più a lungo per hora. Con l'occasione di un'altra sua, che pur presto doverà comparirmi, scriverò più a lungo, e gli darò ragguaglio minuto della casa.
La saluto in nome di tutte le solite e del Sig.r Rondinelli, tutto amorevole inverso di noi, e dal Signor Iddio gli prego consolazione.
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