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      Così è comparsa la risposta del Chiaramonte(374), dedicata all'Em.mo Sig.r Card. Barb., e, per quel poco ch'io ho possuto vedere (chè l'ho veduta alla sfuggita), ella non supera punto l'espettatione et il concetto ch'io havevo formato in me d'un simil suggetto. Che più? ella nega l'uso del telescopio per negar le diverse grandezze di [vedi figura marte.gif] e [vedi figura venere.gif]. Dall'ugna si conosce la gran bestia. S'io potrò legger questo libro con qualche commodo, credo non mi mancherà occasione di ridere, seben questo riso non m'anderà troppo giù, non essend'io sicuro ch'a V. S. sia permesso rispondere ad ogni cosa. Pur io mi consolo, che, chi non ha il gusto guasto, conoscerà ch'in sì gran pentola non c'è punto di sale. Così finisco, pregando V. S. a farmi (sempre che sia con suo commodo) grazia di quattro righe e qualche comandamento, assicurandola ch'io sempre tengo ripercossa la memoria del suo gran valore e del grand'obligo mio. N. Signore Iddio gli conceda quella lunga vita e sanità ch'io gli desidero; e gli fo reverenza(375).
     
      Roma, il dì 23 Luglio 1633.
      Di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma
     
      Aff.mo e sempre Oblig.mo Servitore
      Raffaello Magiotti.
     
      Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron mio Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei, in
      Nell'Arcivescovado.
      Siena.
     
     
     
      2599.
     
      CARLO RINUCCINI a [GALILEO in Siena].
      Roma, 23 luglio 1633.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. X, car. 234-235. - Autografa.
     
      Molt'Ill.e Sig.r mio Oss.mo
     
      Io non potevo con maggior prontezza sodisfare al desiderio di V. S. in rappresentare alla conversazione di Castello la memoria che ella fa di quella nella sua cortesissima lettera: poi che non a pena lettala che mi senti' chiamare, essendo dui ore di notte, per andare a sentire non so che musiche, e trovai in carrozza la S.ra Ambasciatrice con la S.ra Maddalena(376) et i mariti, e così calde calde esposi le sue raccomandazioni, le quali furno ricevute con tanto applauso e tenerezza, che non mi è possibile l'esplicarglielo, sì come è impossibile che possa rappresentare a V. S. così al vivo le grazie che da tutte queste Signore li vengono rese: basta che per un pezzo il discorso fu della persona di V. S., e se non fusse stato con suo danno, ci sarremmo tutti doluti d'haverla perduta in tempo molto opportuno per servirla con suo e nostro gusto; poi che, correndo qua una stagione caldissima e nel giorno intrattabile, andiamo tutti insieme spessissimo consumando buona parte della notte in carrozza intorno a queste fontane, conducendo al pari un'altra carrozza con la più squisita musica che si possa fare, e credami che non passa questa ricreazione che da queste Signore non si faccia mentione di V. S., dolendosi di non haverla in loro compagnia.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XV. Carteggio 1633
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 485

   





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