Suor Giulia gli ritorna le salute, e sta con desiderio aspettando, non il fiasco del vino bianco che V. S. gli promette, ma ben lei medesima; et il Sig.r Rondinelli fa l'istesso, al quale non lascio di partecipare le lettere che V. S. mi scrive, quando mi par di poterlo fare. E qui a lei mi raccomando, e dal Signor Iddio prego felicità.
Di S. Matteo in Arcetri, li 6 di Agosto 1633.
Di V. S.
Fig.la Aff.maSuor M.a Celeste.
Fuori: Al molto Ill.re Sig.r Padre mio Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei.
Siena.
2619**.
BENEDETTO MILLINI a GALILEO in Siena.
Roma, 6 agosto 1633.
Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXX, n.° 65. - Autografa. La carta è corrosa dall'inchiostro in più luoghi, in modo che la lettura riesce incerta.
Molto Ill.re Sig.re, mio Sig.re Oss.mo
Finalmente m'è stato conceduto tanto di tempo ch'io posso scrivere due righe a V. S. e riverirla, come fo con tutto 'l cuore. È ben vero che 'l mio silentio ha passati tutti i termini, ma la gentilezza di V. S. mi assicura che la colpa s'attribuirà a mero impedimento e non ad altra cagione, tanto più quanto che il nostro gentilissimo Sig.r Tolomei(423) potrà far testimonianza della mia ansietà in saper nuove di V. S. Esso m'ha fatta vedere una canzone manoscritta, fatta alla Pindarica (dirò ancor io come usano diversi, ma degnissimi, moderni): l'ho letta con mio grandissimo gusto, come soglio leggere tante belle compositioni che manda fuori ogni giorno la nostra Italia, che, per produrre continuamente mostri simili, non è indegna del nome d'Africa.
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