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      Questo modo di comporre alla Pindarica, sì come è degno di grandissima lode, così viene accompagnato [..............................] Quanti han tentato di farsi imitatori di Pindaro, [...] cred'io che vi siano che non intendon nemeno la versione latina da quel poeta. Fra questi il Sig.r Chiabrera, in buona parte dei suoi lirici, e 'l Sig.r Adimari [....] non siano de' secondi. Che la canzone mandata da V. S. sia alla Pindarica, la giudicheranno altri sì benissimo, ch'ella m'ha fatto ricordare d'un passo di Tertulliano sopra il camaleonte. Dice questo autore nel libro, cred'io, De pallio: Chamaeleontem qui audieris, iam timebis aliquid amplius cum leone. Bel nome è questo di Pindaro e di Pindarico, nome che compromette assai; ma séguita Tertulliano: at cum apud vineam offenderis ferme sub pampino totum (veda V. S. dove va a terminare la cosa significata con un nome sì sonante, quanto piccola e sparuta riesca), ridebis illico audaciam, di questi che ci promettono quel che non possono, et Graeciam nominis: la ragione è perchè nec succus est corpori, qui minutioribus multo licet(424). V. S. potrà colla finezza del suo ingegno e con la saldezza del suo giudicio s[...]dar meglio quell'applicazione che a me piace d'haverle solo accennato. La prego bene, arrivandole alle mani fatiche sì fatte, a farmene parte.
      La mia Costanza(425), come V. S. l'ha chiamata con celia, mi è tanto cascata dalle braccia [......] mal impiegata ogni fatica ch'io ho [....] per abbellirla, se bene il Sig.r Tolomei cerca di prenderla in grazia: ma l'autore discerne le cose non come elle sono, ma com'elle dovrebbon essere.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XV. Carteggio 1633
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 485

   





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