Il Sig. Giuseppe Tamantini dello Stato di Siena, giovane amicissimo mio e di buonissimo costume, mi ha ricerco vogli scrivere a V. S., acciò si degni favorirlo appresso Mons.r Ill.mo Arcivescovo di Siena in occasione che si deve far l'elezzione degl'alunni dell'eredità dei SS.ri Mancini per lo Studio. Io so che a Mons.r Ill.mo et a quei gentil'huomini che sono sopra tal negozio gl'è stato scritto da altri per l'istesso soggetto, et in particolare dal S.r Salviati; ma mi persuado che l'intercessione di V. S. habbia a poter non meno presso a Monsignore, che presso di lei l'attestazione della bontà e maniere di questo giovane, quaggiù benissimo conosciute: del che e lui et io rimarremo obligatissimi alla sua gentilezza. Prego V. S. a scusarmi di tal importunità et insieme a comandarmi con altretanta libertà.
Roma, 6 di Agosto 1633.
Di V. S. Ecc.maS.re Oblig.mo
Ant.o Nardi.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo S.r e P.ron mio Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei.
Siena.
2621.
CARLO RINUCCINI a [GALILEO in Siena].
Roma, 6 agosto 1633.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. X, car. 254-255. - Autografa.
Molt'Ill.e S.r mio Oss.mo
Gran fortuna portono con sè le lettere di V. S., et è tale, che altri ne gode non solo nella sodisfazion dell'animo, ma nella salute del corpo ancora: e sappia che sono passati molti giorni che, per indispositione di dolori venuti alla S.ra Ambasciatrice, siamo stati solitarii, senza la solita unione della buona e notturna conversazione; quando, pervenendomi la cortesissima sua, al cui comandamento volendo obbedire in fare i complimenti da V. S. impostimi, sento un messo che a nome di quelle Signore m'invita ad andare fuori, per sentire la più squisita musica che far si possa.
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