Vide audaciam meam: audeo abs te petere, ut per amicum aut notum huc proficiscentem rheda librum illum commendes, ad me deferendum; ego spondeo, me integrum tibi restituturum, prima oblata occasione, post recognitum librum. Imputa hoc bonitati tuae, quod impudens hoc postulatum ad te defero. Nosti morbum meum, impatienter expetendi talia....
9 Aug.(457) 1633.
2647**.
ORAZIO CAVALCANTI a [GALILEO in Siena].
Roma, 20 agosto 1633.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. X, car. 266. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo S.r, mio S.re, P.ron Col.mo
V. S. onora troppo un suo servitore, se bene di nessun merito; ma la sua benignità è tale, che non guarda a li mancamenti altrui. Confesso che non l'ò saputa qua servire a cosa alcuna, se non di una buona volontà. Mia moglie et io ci rallegriamo che la stia bene, e Mons.re Ill.mo sa molto bene come si trattano li pari suoi. Io mi ricordo devotissimo servitore a S. S. Ill.maDal S.r Mario(458) ò auto continue nuove del'esser di V. S., così dal S.r Ambasciatore, così del desiderio che la tiene di andare a goder la patria e li amici: ma le cose di qua, come la sa per esperienzia, sono assai lunghe. La mia moglie anderà dalla S.ra Ambasciatrice, e quest'altra settimana la saprà qualche cosa.
La lettera di quel R. fu data in propria mano. La mia moglie et io ci ricordiamo devotissimi servitori a V. S., ricognoscendo la sua benignità, e gli facciamo un'umilissima reverenza, pregandole da Dio ogni desiderata consolazione.
Di Roma, li 20 di Agosto 1633.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma
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Siena Mons Mario Ambasciatore Ambasciatrice Dio Roma Agosto
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