Il Landini(463) non ha avuto altro ordine; e qui il Vicario della Inquisizione mi ha più volte detto che di Roma non ha ordine alcuno di proibizione del libro, ma l'aspetta bene. Posso dire bene a V. S. che il S.r Principe Gian Carlo(464), avendo chiesto una licenzia generale di libri, l'ha ottenuta, eccettuatone nel primo luogo il suo libro et il Machiavelli et un tal Morneo(465); sì che si vede che l'intenzione de' superiori è che sia proibito. Io fui invitato con alcuni altri matematici, quando si pubblicò, a sentire la sentenza di V. S., che fu semplicemente letta senza alcuna aggiunta di altri precetti, sì che il libro per allora non restò proibito. Dalla mia sorella(466) me n'è stato scritto più volte e confermatomi che ella non aveva scapitato punto di reputazione nell'universal concetto, anzi nè anche appresso di quelli che s'avevano avuto a trovare nella Congregazione, almeno di una gran parte se non di tutti.
Qui la settimana presente ci è stato qualche poco di male, e particolarmente la morte del S.r Lorenzo Cambi, che sia in Cielo, ha dato che dire, essendo huomo di gran riguardo e che non conversava quasi con niuno. La maggior parte della città non vuole che sia stata peste, ma una postema; tuttavia, per abbondare in cautela, s'è fatto conto che sia stata. Ci sono stati in oltre dua frati, uno del Carmine, il quale disse di aver cavato il male per essere andato la notte a spasso nel convento de' frati Giesuati, de' quali più giorni sono ne era morto un altro, e di più un frate converso di S.to Spirito, che era portinaio.
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