Io ho ricevuto una sua lettera, ma per esser responsiva d'una mia non gli scrivo, per reverenza ch'io porto alle sue occupazioni. Se ella mi impetrerà qualche suo comandamento, glie ne terrò molto obbligo, perchè mi darà campo di tener viva nella sua memoria la mia servitù. La supplico dunque di questo favore; e se i passi s'apriranno una volta, verrò a riverir S. S.ria Ill.ma e servir V. S. Alla quale per fine con ogni affetto bacio le mani.
Di Fir.e, li 27 d'Agosto 1633.
Di V. S. molto Ill.reDev.mo Ser.re
Niccolò Cini.
Fuori: Al molto Ill.re Sig.r e P.ron mio Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei.
Siena.
2660*.
MARIA CELESTE GALILEI a GALILEO in Siena.
Arcetri, 27 agosto 1633.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XIII, car. 223. - Autografa.
Amatiss.mo Sig.r Padre,
Sto con speranza che la grazia che V. S. (con quelle condizioni che mi scrive) ricerca di ottenere, gl'habbia a esser concessa, e mi par mill'anni di sentir la risposta che V. S. ne ritrarrà; sì che, di grazia, me lo avvisi presto, quando anco sortisse in contrario, il che pur non voglio credere.
Gli do nuova come, mediante la morte del Sig.r Benedetto Parenti, che seguì mercoledì passato, il nostro monasterio ha ereditato un podere all'Ambrogiana, et il nostro proccuratore andò l'istessa notte a pigliarne il possesso. Da più persone haviamo inteso che è stimato di valuta di più di 5 mila scudi; e dicono che quest'anno vi si sono ricolte 16 moggia di grano, e vi saranno 50 barili di vino e 70 sacchi di miglio e altre biade, sì che il nostro convento resterà assai sollevato.
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