Il giorno avanti che io ricevessi la lettera di V. S., Mess.r Ceseri(478) s'era servito della muletta per andar a Fiesole, et Geppo mi disse che la sera la rimenò a casa tutta sferrata e mal condotta, sì che gl'ho imposto, che quando M.r Ceseri tornasse a domandarla, gli risponda con creanza, allegandoli la impossibilità della bestiuola e la volontà di V. S., che è che essa non si scortichi.
Sono parecchie settimane che la Piera non ha da lavorare per la casa; e perchè intendo che costà vi è abbondanza di lino buono, se è vero, V. S. potrebbe veder di comprarne qualche poco, che, se bene è sottile, sarà migliore per far pezzuole, federe e simil cose: et io desidero che V. S. mi provvegga un poco di zafferano per la bottega, del quale ne entra anco nelle pillole papaline, come havrà potuto vedere.
Non mi sento interamente bene, e per questo scrivo così a caso: mi scusi e mi voglia bene. A Dio, il quale sia quello che gli doni ogni consolazione.
Di S. Matteo in Arcetri, li 27 di Agosto 1633.
Sua Fig.la Aff.maSuor M.a Celeste.
Fuori: Al molto Ill.re Sig.r Padre mio Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei.
Siena.
2661.
MARIO GUIDUCCI a GALILEO in Siena.
Firenze, 27 agosto 1633.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. X, car. 281-282. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo S.r e P.ron mio Oss.mo
Io non ho mai scritto a V. S. d'essermi trovato alla pubblicazione della sentenza, prima della settimana passata(479), non me ne essendo venuta occasione e perchè non mi pareva bene darle avviso di cosa che le potesse arrecar disgusto.
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