Molto Ill. Sig.r mio Oss.mo
V. S. può credere ch'io la compatisco estremamente, e desidero infinitamente ancora di vederla in tutto e per tutto consolata, nè son per lasciare qualsivoglia cosa che sia a proposito per conseguirne l'intento. È ben vero che mi par, da quel che sin hora ho possuto ritrarre, che non possiamo sperarlo per tutto questo mese di Settembre; ma nondimeno io non lascerò, per quanto mi sarà possibile, di disporre gli animi e di procurar le congiunture di servir a V. S. Et intanto le bacio le mani, come fa l'Ambasciatrice ancora.
Di Roma, 4 Settembre 1633.
Di V. S. molto Ill.
S.r Galilei.
Aff.mo Ser.reFranc.o Niccolini.
2676*.
GIO. FRANCESCO TOLOMEI a GALILEO in Siena.
Roma, 4 settembre 1633.
Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a XCI, n.° 120. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.re e P.ron mio Oss.mo
Mi vergogno di comparire avanti V. S. senza mandarle la compositione promessale(491). Infatti è una mala cosa l'haver a far con poeti: uno di costoro ha detto mille volte di darmela, e mai ha messo in essecutione la promessa. Haverò pazienza quattro giorni di più, e poi vedrò in ogni maniera d'haverla, perchè in effetto non è cosa che V. S. habbia a non vederla: intanto scusi me.
La lettera di V. S. è stata recapitata fidelmente; però séguiti d'inviare il suo piego, chè sempre sarà servita. Poichè costà si giudica non esser necessaria la publicatione della scomunica(492), mi quieto, approvando il loro consiglio. Vorrei bene che si procurasse la revocatione del sequestro, la riscossione del denaro; e questi dottori di qua tutti dicono esser questione di giustitia.
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