Cfr. Vol. XIX, Doc. XXIV, b, 65) [Edizione Nazionale].
2695**.
GERI BOCCHINERI a [GALILEO in Siena].
Firenze, 15 settembre 1633.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. X, car. 287-288. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo S.r mio Oss.mo
Dalli SS.ri Taddei(529) et Niccolini, ministri et complimentarii del banco de' SS.ri Riccardi, riscossi li quattrocento scudi, che essi havevano in mano, di V. S., et ne feci loro quietanza sotto la propria lettera di V. S., havendovi anche fatto la soprascritta. Ho dato conto al S.r Vincenzio di tenerne trecento a sua dispositione, come V. S. mi ha imposto, che serviranno per supplire a' suoi bisogni et per rimborsare me. Degli altri cento aspetterò poi che V. S. m'inponga quello che io devo farne: intanto gli ho riposti dove stanno le scritture recondite di V. S.(530)
Devo ben dirle che siamo stati gravati per lei, cioè per la decima che io trovo che V. S. s'impose quando acquistò la cittadinanza(531), che sono circa £ 18 l'anno, che con le spese ci dicono questi ministri che se ne vanno in tre scudi l'anno; et perchè questo seguì circa 3 o 4 anni sono, il debito però deve importare da 10 a 12 S.di: et per tal somma noi siamo stati gravati. Ci è anche un altro debito di decima, ma questo deve (credo io) attenere al S.r Vincenzio. Quando V. S. comprò questa casa dal Bramanti(532), lasciò di metterla allhora a sua decima, la quale deve importare circa £ 31 l'anno; di tante £ 31 va debitore il S.r Vincenzio, quanti sono gli anni scorsi fin hora: et di più ci sono li quarti et le spese, ma di queste io ho procurata la grazia per via di memoriali; et in oltre si deve pagare un'annata da vantaggio, doppo che si sia pagato tutto il debito: et così non finiscono mai le spese nè le trappole da quattrini.
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