Con V. S. parlo libero; tenga questo in sè, e mi favorisca al solito per sua benignità. E per fine a V. S. faccio reverenza.
Di Roma, li 18 7mbre 1633.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maDev.mo et Oblig.mo Ser.re
Gio. Fran.co Tolomei.
2709**
GERI BOCCHINERI a [GALILEO in Siena].
Firenze, 21 settembre 1633.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. X, car. 299. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo S.r mio Oss.mo
Sono adesso 2 hore di notte, et ricevo la lettera lunga di V. S., pare a me di questo medesimo giorno. Domattina partirò per Poppi, per vedere il S.r Vincenzio, la Sestilia et gli altri, et per aggiustar il negozio della casetta.
Mi dispiace della negativa che è stata fatta a V. S., et pare anche a me una strana cosa che si vadia tanto stretto in concedere a V. S. delle facilità. Se la Corte verrà a Siena di questo altro mese, come già se ne ragiona, potrà essere che allhora se le conceda la grazia di tornare alla sua villetta, acciò ella non habbia occasione di vedere li Padroni; et così se le affretterà il tempo di rivedere le cose sue.
Il S.r Aggiunti et il S.r Can.co Cini mi hanno detto che serviranno V. S. del vino, conforme a che ell'ha ordinato.
Lascerò ad Alessandro(553) li S.di 50 che V. S. chiede, acciò glieli rimetta nel miglior modo che si possa; et al ritorno vedrò quello che si potrà fare in proposito dello sdecimarsi(554): non si potrebbero credere, se non da chi li prova, li gran ninnoli che ci sono per cavar denari. Et in fretta bacio le mani a V. S.
Di Fiorenza, 21 Sett.re 1633.
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