Sig. Galilei mio Sig.re, io ricevei la cortesissima di V. S.; non scrissi di poi per non toglier il tempo a V. S. per legger le mie baie, ch'io so bene che ne' pari di V. S. il tempo è pretiosissimo e per conseguenza deve essere speso con molto profitto. Non è per questo ch'io non le sia quel vero servitore che meritano le virtù sue, e ch'io non mi conosca in obligo grandissimo della cortesia che m'usa; così fuss'io buono a servir V. S. et potessi goder con la presenza la sua dottissima conversatione. Presto uscirà la Costanza(575); e Celia(576), venendomi lodata da V. S. Ecc.ma, comparirà un giorno ancor essa da sposa.
Questi Sig.ri Eccellentissimi(577) rendon gratie a V. S. della memoria che tiene di loro, non havendo gusto maggiore che di sentir nuove, e nuove buone di V. S.; a cui il Sig.re Tolomei et io facciamo riverenza e preghiamo dal Signore ogni vero bene.
Di Roma, li 25 di 7mbre 1633.
Hora, che sono le 15 hore, ho avviso certo che il Sig. Card.le Borghese(578) sta in transito.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maOblig.mo Ser. di cuore
Bened. Millino.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo Sig.re P.ron Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei.
Siena.
2720*.
...., Vicario del Sant'Uffizio in Siena, ad ANTONIO BARBERINI in Roma.
Siena, 25 settembre 1633.
Cfr. Vol. XIX, Doc. XXIV, b, 64) [Edizione Nazionale].
2721.
GALILEO ad ANDREA ARRIGHETTI [in Firenze].
Siena, 27 settembre 1633.
Dal Tomo II, pag. 713-714 dell'edizione citata nell'informazione premessa al n.° 1201.
Molt'Ill. Sig. Pad. Colend.
Di Siena, 27 Settembre 1633.
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