Firenze, 1° ottobre 1633.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XII, car. 33 - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo S.r e P.ron mio Oss.mo
Mi pare che V. S. argomenti bene circa alla speranza della sua liberazione, che non le deva essere aggravata, ma più tosto mitigata, la carcere; onde inferisce, che non potendosi ritrovare la più gioconda che la casa di Mons.r Ill.mo di Siena, eccetto la propria villa, non le sia per essere assegnata altra che essa. Tuttavia mi pare ci sia da temere, poichè, come ella dice, la poco buona fortuna sua la sequestra dalle comuni consuetudini degli altri huomini. Piaccia al Signore Dio che il timore sia vano, che tanto più ci accrescerà la letizia, quando verrà del tutto libera.
Riceviamo tutti grandissima consolazione e gusto singolarissimo dal vedere che V. S. s'impiega tuttavia nelle speculazioni, il che è punto importante, acciò il mondo veda che le persecuzioni non abbattono talmente l'animo suo, che non si sollevi a ogni modo a filosofare sopra materie peregrine, lasciate intatte dagli altri ingegni; che serve assaissimo a non mandar dispersa la scuola di quelli che dietro alle sue orme, benchè molto da lungi, proccurano di investigare le verità della natura.
Intendo che il P. Scheiner è su lo stampare una sua opera, e la manda a stampare in Germania(586). Non ho ancora inteso circa a che materia si sia, ma dal suo modo di trattare vo conietturando che sarà qualche impertinenza solita. Se intenderò altri particulari, ne avviserò V. S.; alla quale per fine facendo reverenza, prego dal Signore Dio vero contento e piena felicità.
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