La settimana passata il S.r Andrea Arrighetti mi disse che andava in villa, che però non aveva tempo di rispondere a V. S., che intanto io la ringraziassi in suo nome della stima che faceva delle dimostrazioni mandatele(600), e si reputava onorato che ella ne disponesse come di cosa propria(601), e che ben lo può fare, riconoscendo egli da lei, come da primo principio, ogni suo sapere di queste scienze. Io avevo serrato e mandato la lettera quando me lo disse, e però non soddisfeci al suo intento. V. S. mi farà ben grazia, scrivendoli per altro, dire di avere avuto da me tale ufizio, acciò non paia che io abbia mancato.
Mi rallegro poi sommamente della fecondità che trova nel filosofare circa alle meccaniche, e che sia con l'altre sue opere per riuscire volume maggiore del libro infausto de' Dialoghi; il quale però non è ancora pubblicato per decreti della Congregazione come proibito, nè attaccato su per i canti, come è usanza. Se tutto questo mese bastasse a sfogare il cattivo influsso che tiene V. S. relegata fuor di casa sua, il termine verrebbe presto. Io non vorrei che il mio timore riuscisse vero d'effetto, perchè temo tuttavia che si abbia a differire questa benedetta grazia. Pure sia quello che piace al Signore, da Cui pregando a V. S. vera felicità, per fine le fo reverenza.
Firenze, 8 di Ott.re 1633.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maAff.mo e Obb.mo Ser.re
Mario Guiducci.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron mio Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei.
Siena.
2743*.
GIROLAMO DA SOMMAIA a GALILEO [in Siena].
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