Ma in tanto io godo infinitamente di sentire quanto Mons. Arcivescovo sia perseverante in amarla e favorirla. Nè dubito punto che ella sia depennata, com'ella dice, de libro viventium, non solo nella maggior parte del mondo, ma nè anco nella medesima sua patria; anzi che mi par di sentire che se ella fossi stata qualche poco ombreggiata o cancellata, adesso ella sia restata ristaurata e rinovata, cosa che mi fa stupire, perchè so che, per un ordinario, Nemo profeta accettus est in patria sua (non so se per voler slatinare dirò qualche barbarismo), e pure V. S. è anco qua amata e stimata più che mai. Di tutto sia lodato il Signor Iddio, dal quale principalmente derivano queste grazie; le quali riputando io mie proprie, non ho altro desiderio che di esserne grata, acciò che S. D. M. resti servita di concederne dell'altre a V. S. et a noi ancora, e sopra a tutte la salute e beatitudine eterna.
Suor Luisa se ne sta in letto con un poca di febbre, ma i dolori sono assai mitigati, e si spera che sia per restarne libera del tutto con l'aiuto di buoni medicamenti, li quali, se non sono soavi al gusto come è il vino di costì, in simili occorrenze sono più utili e necessarii.
Subito che veddi le 6 forme di cacio, ne destinai la metà per V. S., ma non glielo scrissi, perchè desideravo di riuscire più a fatti che a parole: e veramente che è cosa esquisita, et io ne mangio un poco più del dovere.
Mandai la lettera a Tordo(618) per il nostro fattore, il quale intese dalla moglie che egli si ritrova all'ospedale a pigliar il legno(619), sì che non è meraviglia che non gl'habbia mai dato risposta.
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Mons Nemo Signor Iddio Luisa Tordo
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