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MARIA CELESTE GALILEI a [GALILEO in Siena].
Arcetri, 12-13 novembre 1633.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XIII, car. 251-252. - Autografa.
Amatiss.mo Sig.r Padre,
Con l'occasione che mi si porge della venuta costì del lavoratore di Mess.r Santi Bindi, scrivo di nuovo a V. S., dicendole in prima che mi maraviglio ch'ella in quest'ultima non tratti di haver havute lettere di Roma nè risoluzione circa il suo ritorno, il quale pur si sperava quest'Ogni Santi, per quanto mi disse il Sig.r Gherardini(664). Desidero che V. S. mi dica come veramente passa questo negozio, per quietar l'animo(665), et anco sopra a che materia sta scrivendo di presente, se però è cosa che io possa intenderla: e non habbia sospetto ch'io cicali.
Tordo(666) ha havuti li 4 d., come gli scrissi giovedì passato, e li SS.ri Bini mi hanno mandato a domandare per Domenico lavoratore i danari del fitto della casa. Ho risposto che si darà sodisfazione subito che V. S. ne sarà consapevole e me ne darà l'ordine.
Nell'orto non si è potuto lavorare altro che una mezza giornata fino a qui, mediante il tempo che va tanto contrario, il quale credo che sia buona causa che V. S. travagli tanto con le sue doglie.
Le due lib. di lino che mandò per Geppo mi paiano del medesimo di quello che vale 20 crazie, il quale riesce buono, ma secondo il prezzo credo che potrebbe esser migliore. Quella lib. sola di 4 giuli è finissimo, e non è caro.
Mess.r Giulio Ninci sta bene affatto, per quanto intendo da Geppo, e c'ha mandate dell'amorevolezze: e particolarmente Mess.r Alessandro(667) suo cugino mi mandò un cedro, del quale ne ho fatti questi 10 morselletti che gli mando, che per esser un poco aromatici saranno buoni, se non per il gusto, per lo stomaco.
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