Benedetto sia il Signore, dal quale spero nuove grazie per l'avvenire, sì come tante ce ne ha concesse per il passato. In tanto V. S. proccuri di stare allegra e confidare in Lui, che è fedele, giusto e misericordioso; e con Esso la lascio.
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DINO PERI a [GALILEO in Siena].
Firenze, 12 novembre 1633.
Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXXIV, n.° 178. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron mio Col.mo
Sono stato parecchie settimane fuor di Firenze, parte nel Valdarno e parte nelle Chiane d'Arezzo, per vedere, come padrone o fattor di casa, diversi nostri poderi, che vanno in rovina, con le case e con ciò che v'è, per gli assassinamenti de' contadini. Trovo che mio padre era di sangue troppo dolce, e il suo figliuolo, che a certi tempi non vorrebbe somigliarlo, patisce fuor di modo in violentar la natura e mostrar il viso acerbo; e più patisco, ed è un tormento continuo, nell'havere il cervello sempre rinvolto in queste porcherie di traffichi mercantili, e bandito affatto da ogni filosofica speculatione.
Ho letta la lettera di V. S. Ecc.ma, inviata già al Sig. Niccolò(668); e perch'io ne ritraggo confermatione di quanto s'era inteso per altra banda, mi veggo lontano dall'impiego desiderato(669). Mi quieto in ogni modo in patienza, et a V. S. Ecc.ma resto con obligo grandissimo, vedendo quanto volentieri ella mi habbia favorito, e quanto più mi favorirebbe se più ci fusse luogo di estender la sua amorevolissima mano. Le ne rendo gratie infinite, e vivo con particolar desiderio di mostrarle qualche gratitudine di questo e di tanti altri favori che mi stanno scolpiti nel cuore.
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