Io sono ancora in Firenze, perchè il Ser.mo Gran Duca mi ha ritenuto et occupato in certi calculi e considerazioni da farsi sopra i marmi da condursi per la facciata di S. Maria del Fiore; e credo che ancora mi tratterrò qui dieci o dodici giorni, nel qual tempo e sempre, dovunque io mi sarò, riterrò fissamente il mio debito desiderio di servirla.
Mio fratello andò quindici giorni sono in Alemagna per Fisico de' Ser.mi Principi.
Questo è quanto di nuovo posso dirle. Da lei desidero una volta haver nuova certa del suo ritorno, l'allungamento del quale fa penar di ansietà tutti i suoi veri amici, tra i quali io professo quanto ogn'altro di amarla, se ben conosco, fuor dell'amore, di haver manco merito di ogni altro di esser riamato. Supplisca a tal difetto l'abbondanza della sua cortesia, nella qual confido; et a lei con ossequio reverente bacio la mano.
Di Firenze, 26 9mbre 1633.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maDevot.mo et Cordial.mo S.re
Niccolò Aggiunti.
2787.
GERI BOCCHINERI a [GALILEO in Siena].
Firenze, 26 novembre 1633.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. X, car. 343. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo S.r mio Oss.mo
Io argumento dal mio il travaglio di V. S. per conto del S.r Vincenzio(680). Ho veduto quanto ell'ha scritto anche a lui, et mi pare ch'ell'habbia toccato li tasti buoni. Ma con tutto ciò sospenderò di mandargli la lettera per non accrescere a lui la afflizzione, finchè io vegga dove vadia a parare la cosa, perchè il S.r Albizi(681) in voce ha risposto in modo, che tuttavia più cresce in me la paura del precipizio, et non so se basterà il S.r Balì(682) a ritenerlo, sebene l'istesso S.r Albizi ha soggiunto che per questo inverno crede che la mutatione non seguirà; il che implicitamente inferisce che al più lungo a Marzo seguirà senz'altro.
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