Firenze, 26 novembre 1633.
Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXXIV, n.° 175. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.re e P.ron mio Col.mo
Questa mia cura domestica(692) mi riesce veramente più laboriosa ch'i' non credevo, e il veder sempre comparir nuove matasse d'intrighi mi mette quasi in disperatione, perch'i' vorrei pure una volta dar termine agli accomodamenti, e ridur che la carica non fusse sconcia per le spalle di qualch'un altro. Ma vengami pur a traverso quanti viluppi mi so immaginare, che quand'io dovrò servir V. S. Ecc.ma, dov'ella mostri premura, non mi terranno le catene ch'io non abbandoni ogni altro interesse e venga a spender per lei tutto il mio poco sapere e potere: con tanta prestezza ci fusse ella restituita, con quanta io verrò a reverirla e servirla con tutto lo spirito. Séguiti pure V. S. di accumular nuove ricchezze di speculationi e nuovi trofei per l'immortalità, ch'io mi terrò per avventurato et a lei obligatissimo ad esserne fatto il primo spettatore. Spero ancora in breve non dover esser così oppresso dalle urgenze familiari, e però di poter anco, senza storpio di casa nostra, venir a contemplare ed ammirare i nobilissimi frutti del suo sovrhumano intelletto, e servir V. S. Ecc.ma dovunque le piacerà di comandarmi.
Il Sig.r Niccolò(693) nostro è ancora in Firenze; le rende duplicati saluti, e questa sera egli ancora le scrive. Finisco, senza finir mai di ringratiarla e reverirla e di pregarle, per suo e publico bene, mill'anni di vita e di prosperità.
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