E tanto basti.
Tordo(697) mandò hieri per li 4 d., e gl'hebbe.
La Madre Archilea manda il mottetto. È ben vero che in contraccambio desidererebbe qualche sinfonia o qualche ricercare per l'organo; il quale, gli ricorda che ne gl'alti non serve, perchè gli manca non so che registro, sì che le sonate, per farvi sopra, vorrebbono più presto andar ne i bassi.
Mi giova di sperare, et anco creder fermamente, che il S.r Ambasciatore, quando partirà di Roma, sia per portare a V. S. la nuova della sua spedizione, et anco di condurla qua in sua compagnia. Io non credo di viver tanto ch'io giunga a quell'hora. Piaccia pur al Signore di farci questa grazia, se è per il meglio. Con che a V. S. mi raccomando con tutto l'affetto, insieme con le solite.
Di S. Matteo in Arcetri, li 3 di Xmbre 1633.
Sua Fig.la Aff.maSuor M.a Celeste.
Fuori: Al molto Ill.re Sig.r Padre mio Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei.
Siena.
2801*.
RAFFAELLO MAGIOTTI a GALILEO in Siena.
Roma, 3 dicembre 1633.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XI, car. 149. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio S.
Dal non veder più lettere di V. S. E.ma, e dalle parole dettemi stamani così alla sfuggita dal Sig.r Tolomei(698), ho fatto giuditio che la mia ultima, in risposta alla sua scrittami il dì 30 8bre, sia mal capitata, e perciò mi sono di nuovo messo a scrivere; seben so che questa volta scrive ancora il Sig.r Antonio Nardi, e più a lungo che non farò io, quale scrivo solo per far sapere a V. E. ch'io vivo e spiro, volsi dire mi spiro d'haver suoi comandi.
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