Torno adunque di nuovo a rendergli infinite grazie dell'accoglienze fatte al P. Salvatore delle Scuole Pie(699). Della nuova demostratione o invenzione, accennata a me e forse scritta a lungo al P. Abbate, non posso ben penetrare dove batta; e questo, perchè il P. Abbate tien la cosa troppo segreta. Pur a me pare d'haver subodorato che sia una demostratione della fabbrica della natura nelli animali terrestri e volatili, come già ella una volta accennò d'un cilindro fitto in un muro, di cui gran parte sporga in fuora, poichè questo, doppo una tal grossezza e lunghezza, non solo non reggerà altre cose sopra di sè, ma nè anco sè stesso. Se questo è, dirò una cosa a tal proposito: ed è che in Costantinopoli s'è veduto da un gentilhuomo, che hoggi è in Roma, una giraffa di grandezza molto e molto maggiore che non è qual si voglia, benchè smisurato, elefante; ma essend'io pur curioso di saper meglio le sue fattezze, intesi haver un collo molto lungo et i dua piedi dinanzi molto più alti che quelli di dietro, tal che la vita tutta stava a spiaggia; e questo crederò io sia fatto per agevolar il sostegno di sì gran mole. La relatione di questo animale è stata fatta nel palazzo del Sig.r Giustiniani da quel medesimo che ha veduta non molto prima questa giraffa.
Hieri veddi lettere del P. Santini(700) di Milano, dove si tiene per certo che V. S.(701) sia per mandar presto le sue opere sopra le cose naturali, chè così le chiama lui. S'io con tutti gl'altri amici l'havessimo a caro, lo sa Dio.
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