Gl'ho anco detto la causa per la quale V. S. non gl'ha scritto, e lamentatami perchè egli non potrà ritrovarsi qua all'arrivo di V. S. per compimento delle nostre allegrezze, essendo veramente persona molto compita e di garbo.
Serbo la canovetta della verdea, che il S.r Francesco(719) non potè portare per haver la lettiga troppo carica. V. S. potrà mandarla nella lettiga che sarà di ritorno. I morselletti già gl'havevo consegnati. Le botte per il vino bianco sono all'ordine.
Altro non posso dire per carestia di tempo, se non che(720) a lei ci raccomandiamo affettuosamente.
Di S. Matteo, li 10 di Xmbre 1633.
Sua Fig.la Aff.maSuor M.a Celeste.
Fuori: Al molto Ill.re Sig.r Padre mio Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei.
Siena.
2814*.
MARIO GUIDUCCI a GALILEO in Siena.
Firenze, 10 dicembre 1633.
Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXVII, n.° 135. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo S.r e P.ron mio Oss.mo
Ho letto e riletto più volte la gratissima di V. S., con quel maggior contento che ella si può immaginare che arrechino le cose grandemente e lungamente bramate e poco sperate. Il Signore Dio ne sia ringraziato. A V. S. rendo grazie dell'avviso datomene, il quale io ho voluto participare a diversi amici, ma ho incontrato che tutti venivano alla volta mia per avvisarne me. Aspetto con desiderio il suo ritorno, che sia con sanità e lunga prosperità, che così le prego dal Signore e le fo reverenza.
Mi farà grazia di riverire in mio nome Mons.r Ill.mo Arcivescovo, al quale professo di essere a parte degli obblighi per l'amorevolezze e gentilezze che V. S. ha ricevuto nella sua cortesissima casa.
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