Quae de futura praefatione, ne autori ea fraudi sit, prudenter admonuisti, curae habebo; sed et ipsam praefationem, antequam imprimatur, legendam corrigendamque tibi transmittam. Habes hic annotata dubia quaedam mea(50), in quibus expediendis iuva, quaeso, me. V.
13 Ian.(51) 1634.
2855**.
BERNARDO CONTI a [GALILEO in Arcetri].
Siena, 24 gennaio 1634.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XI, car. 13. - Autografa.
Molto Ill.re ed Ecc.mo S.r e P.ron mio Oss.mo
Benchè il comandamento di cui V. S. m'honora con la gentilissima sua del 21 sia leggiero, tuttavia m'ha consolato tutto, godendo di servirla in qualcosa; onde in piè di questa sarà la nota che V. S. desidera.
Nuove di queste bande sterile non se ne possono dar molte; ma sapendo che una li sarà carissima, che è quella della salute di Mons.r Ill.mo Arcivescovo, non gliela voglio tacere. Le dico anco che dalle sue pillole riporto tanta preservatione e salute, che e terno sarà l'obligo che tengo alle sue gratie, compensatemi anco in altri conti; che non havendo habilità di corrispondere in altro, mi sodisfarò col ringratiarnela sempre di tutto cuore.
Il Campanaccio hoggi si benedirà, e poi il primo giorno di bel tempo se li darà un'hora e mezzo di corda, se il conto del maestro non sbaglierà, come si crede che sia per seguire, parendo tempo troppo corto a condur tant'alto sì gran macchina. Però staremo a veder la prova, chè perciò è in ordine ogni cosa.
Ho salutato tutti questi preti in nome di V. S., che le rendano molte gratie della memoria favorita che V. S. conserva della servitù loro, e gliela rassegnano in gratia.
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Ian Arcetri Mons Arcivescovo Campanaccio
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